Monday, April 30, 2012

1 maggio 2012 - Per uscire dalla crisi del capitalismo la rivoluzione proletaria è l'unica soluzione!


1 maggio 2012 - Per uscire dalla crisi del capitalismo la rivoluzione proletaria è l'unica soluzione!

"Il sistema borghese è diventato troppo stretto per contenere le ricchezze da esso create. - In che modo la borghesia supera le sue crisi? Da un lato, distruggendo con la violenza una massa di forze produttive; dall’altro, conquistando nuovi mercati e sfruttando ancora più a fondo le  precedenti. A cosa conduce questo? A preparare crisi più generali e più temibili e riducendo i mezzi per prevenirle. Le armi che la borghesia ha usato per distruggere il feudalesimo si ritorcono oggi contro la borghesia stessa.
Ma la borghesia non ha solo forgiato le armi che la porteranno alla morte, ha prodotto anche gli uomini che impugneranno quelle armi, la moderna classe operaia, i proletari."
Karl Marx e Friedrich Engels, Manifesto del partito comunista, 1847

165 anni dopo la sua prima pubblicazione, questa citazione oggi acquista il suo pieno senso. Essa ci permette di capire la situazione nella quale si trovano il proletariato e in maniera più ampia gli strati popolari in tutti i paesi, indipendentemente dal tipo governo: nascosto sotto una dittatura dissimulata, una democrazia borghese o una dittatura brutale.

La borghesia imperialista ricerca il massimo tasso di profitto e usa la crisi per ristrutturare il sistema di produzione a questo scopo. All’interno di ciò, le classi dominanti nei paesi oppressi cercano di mantenere e se possibile di aumentare la loro quota di surplus. Tali ristrutturazioni colpiscono tutti i paesi e laddove sono delocalizzate le industrie per la classe operaia e le masse popolari significano: chiusura degli impianti, tagli salariali, disoccupazione, debito, povertà, ecc. Ma laddove si trovano le nuove fabbriche, ristrutturazione significa: appropriazione di terre, espropriazione degli agricoltori locali, sfruttamento frenetico, salari da fame, inquinamento dei luoghi di vita, ecc.

Le classi dirigenti usano l'apparato dello Stato per reprimere le lotte e impedire al proletariato e alle masse di passare alla rivolta e di organizzarsi per la rivoluzione.
Ovunque lo Stato è sempre più uno stato di polizia, che mette la popolazione sotto sorveglianza, la blocca, la reprime.

Che sia di "sinistra" o di destra, nessuna frangia della borghesia è in grado di risolvere la crisi. Ciò sta allargando il passo al fascismo che avanza in modo mascherato e si costruisce passo dopo passo con forza demagogica populista, che si appoggia alla crisi economica per avanzare. Quando arriverà il momento, mostrerà il suo vero volto e difenderà nella maniera più aggressiva gli interessi del capitale finanziario. Inoltre, la concorrenza tra i diversi blocchi monopolisti solleva la questione della spartizione dei mercati e quindi in prospettiva di nuove guerre.

La natura di classe dello Stato è la questione centrale. La forma che assume è solo una questione accidentale. Lo scopo dello stato è quello chiaramente di servire gli interessi della classe dominante, vale a dire, oggi della borghesia imperialista e/o della borghesia compra dora-burocratica e dei latifondisti nei paesi oppressi - e cioè di una infima minoranza rispetto alla stragrande maggioranza degli uomini, delle donne e dei bambini sfruttati in tutto il mondo. Con la crisi, questo ruolo sta diventando più chiaro agli occhi delle masse. La questione centrale di ogni rivoluzione è dunque quella di distruggere "da cima a fondo" l'apparato statale e, successivamente, di costruire sulle sue rovine un nuovo stato, radicalmente diverso, con l'obiettivo di costruire il socialismo in direzione del comunismo. In altre parole, l'unica risposta alla crisi è una rivoluzione!

Oggi, il proletariato e le masse popolari lottano e si rivoltano nei diversi paesi del mondo. Questa rivolta si esprime in modi diversi modi e assume forme differenti: scioperi generali, lotta contro il carovita, contro i licenziamenti, per l'occupazione, contro la discriminazione sindacale, per il diritto alla terra, per difendere l'ambiente, per l'occupazione degli alloggi sfitti e delle terre, ribellioni dei giovani contro la violenza della polizia e contro una vita senza lavoro e senza futuro, lotta delle donne, ecc.
Nei paesi arabi, dopo le rivolte senza direzione rivoluzionaria, le classi dominanti e l'imperialismo in nome della "democrazia", recuperano la situazione e continuano lo sfruttamento del popolo contrastando la continuazione del processo rivoluzionario. La protesta è stata sia deviata dagli interventi imperialisti, dalle forze reazionarie, dai riformisti laici o religiosi, sia repressa nel sangue.
Nei paesi oppressi del mondo arabo, così come in tutti i paesi coloniali e semicoloniali, è diventato sempre più importante sviluppare la rivoluzione di nuova democrazia, come parte della rivoluzione socialista.

Il movimento degli indignati e quello "Occupy" nei paesi imperialisti è il riflesso delle massicce “scatole piene” della popolazione, ma non mette in causa il sistema per distruggerlo.
Queste lotte proletarie, queste rivolte non sono rivoluzionarie in sé, ma sono un primo passo nel progresso delle masse verso la necessità della rivoluzione. Ma è importante smascherare la via e l’illusione di un cambiamento pacifico, alternanza, elezioni truccate.

I comunisti di oggi, i maoisti, devono partecipare e gradualmente assumere un ruolo guida del movimento, costruendo la forza rivoluzionaria del proletariato sul piano ideologico, politico e organizzativo, vale a dire i tre strumenti indispensabili della rivoluzione: il Partito Comunista maoista, il Fronte Unito Rivoluzionario, la forza armata, secondo la specifica situazione.

Bisogna lottare contro i riformisti, i revisionisti e gli opportunisti che portano avanti lotte e rivendicazioni con uno spirito conciliatorio nei sindacati e nelle organizzazioni di massa esistenti e offrono solo "soluzioni" nel quadro del sistema capitalista e imperialista, seminando l'illusione tra le masse che la via elettorale, la via pacifica, possa essere la via per il proletariato e le masse popolari per uscire dalla crisi. Si presentano come un ostacolo allo sviluppo della lotta di classe, all'organizzazione della classe operaia e delle masse popolari per la rivoluzione.
Dal lato del potere, i reazionari utilizzano le differenze di origine, di religione, il razzismo, per dividere il proletariato, la classe operaia e le masse popolari al fine di mantenere il potere.

Nel mondo è necessario far conoscere e sostenere le guerre popolari, come punta avanzata della lotta contro l'imperialismo in crisi.
La guerra popolare in India guidata dal partito comunista maoista resiste con successo ai potenti attacchi del nemico e riesce ad espandersi e progredire. La Guerra popolare si sviluppa nelle Filippine sotto la guida del PCF che si richiama al maoismo. In Perù, continua nonostante l'attuale corrente liquidazionista. In Turchia, la lotta rivoluzionaria guidata dai maoisti avanza in conformità con la strategia della guerra popolare. In altri paesi, si sta preparando per nuove iniziative e nuovi avanzamenti.

Bisogna lottare in un processo di sviluppo ineguale per porre fine al sistema capitalistico su tutta la terra e costruire un nuovo mondo libero dallo sfruttamento, dall'oppressione dei popoli, dalle guerre assassine, per un mondo socialista e comunista.

Bisogna lavorare per ricostruire l'organizzazione internazionale dei comunisti nel mondo, sulla base del marxismo-leninismo-maoismo applicato alla concreta realtà di oggi, per sviluppare insieme la lotta per la rivoluzione e marciare verso un’Internazionale comunista di nuovo tipo.

Viva il 1° Maggio Internazionalista!
Viva l'internazionalismo proletario!


Partito Comunista dell’India (M-L) [Naxalbari]; Partito Comunista (maoista) di Afganistan; Partito Comunista maoista – Francia; Partito Comunista maoista – Italia; Partito Comunista Maoista di Manipur; Partito Comunista Maoista – Turchia e Nord Kurdistan; Partito Comunista Rivoluzionario, Canada; Comitato di Lotta Popolare Manolo Bello, Galizia (Spagna); Comitato per la Fondazione del Partito Comunista (Maoista), Austria; Marxisti-leninisti-maoisti di Marocco; Movimento Comunista Maoista, Tunisia; Organizzazione Comunista Maoista, Tunisia; Organizzazione degli Operai di Afganistan (M-L-M), Revolutionary Praxis, Gran Bretagna; Servire il Popolo, Occitania (Francia); Democracy and Class, Galles (Gran Bretagna)

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